La qualità dell’aria negli ambienti scolastici.

La qualità dell’aria negli ambienti scolastici.

A partire dal nuovo anno le scuole dovranno munirsi di dispositivi per la sanificazione degli ambienti: il DPCM del 26 luglio definisce le tecnologie ritenute efficaci e sicure nella prevenzione degli agenti patogeni soffermandosi a lungo sui dispositivi efficaci per la qualità dell’aria nelle all’interno degli ambienti chiusi.

 

Si insiste sulla necessità di monitorare la qualità dell’aria nelle aule scolastiche. Un tema rimasto ai margini della riflessione sulla prevenzione in questi ambienti, come denunciato da soggetti autorevoli quali la Società Italiana di Medicina Ambientale che ha da poco dichiarato che “la probabilità di contagio da COVID si riduce fino a meno dell’1% se si riesce a garantire livelli ottimali di qualità dell’aria in classe”.

Il tema della qualità dell’aria negli istituti è urgente perché non esiste una situazione potenzialmente esplosiva come quella di un’aula scolastica. 

Covid is airborne”, il virus è trasmissibile per via aerea.

Le minuscole particelle di aerosol che lo contengono rimangono sospese nell’aria mentre le più grandi, le “droplet”, si depositano sulle superfici. Il DPCM 7/22 si esprime sui sistemi di sanificazione degli ambienti chiusi che, in aggiunta alle norme igieniche consolidate, possano essere utilizzati all’interno delle aule scolastiche e degli spazi condivisi.

Il testo delinea le tappe dell’iter attivabile dal dirigente scolastico per l’acquisizione degli strumenti selezionati. 
A tali autorità spetterà individuare le soluzioni per il caso specifico sulla base delle linee guida definite dal decreto.

Immaginiamo molti bambini e un adulto in un’aula di 25 mq, dove già praticare il distanziamento è stata un’impresa non facile. Pensiamo ai tempi medi di permanenza in questi ambienti e riflettiamo sul fatto che l’anno 2022-2023 parte senza obbligo di mascherine, benché il virus non sia stato sconfitto. Se a questo aggiungiamo la sostanziale equiparazione del Covid-19 contratto dai lavoratori della scuola (“personale ad alto rischio di contagio”) all’infortunio sul lavoro (nota del Ministero dell’Istruzione n.688 del 5 maggio 2021), con tutte le responsabilità che ne derivano, ci risulta evidente l’opportunità di dotare le aule di precauzioni e di dispositivi per l’igiene dell’aria.

 Prevenzione nelle scuole: misure vecchie e nuove

Mascherine, distanziamento, “etichetta respiratoria” e poi il lavaggio delle mani oltre all’onnipresente gel  igienizzante. E ancora, niente gite, importanti limitazioni delle attività di laboratorio e di quelle sportive, nostri ragazzi si sono dovuti davvero adattare e a privarsi di molte cose.

Che rimane di tutto questo, alle soglie del nuovo anno scolastico? La relativa sicurezza di un virus in parte addomesticato; una cultura condivisa delle norme igieniche, che si traduce in automatismi comportamentali ispirati al principio di precauzione impensabili fino a qualche anno fa; ma anche un sollievo che rischia di abbattere buona parte di queste cautele. Qui entrano in gioco i dispositivi per l’igiene dell’aria, custodi silenziosi ed efficaci della salute collettiva, che possono traghettarci in un’era di ritrovata normalità forti di una nuova consapevolezza sulla prevenzione.

Covid-19, scuola e dispositivi di sanificazione.

La qualità dell’aria come fattore di prevenzione del Covid-19 è stato un tema spinoso: la stessa scoperta che il virus fosse capace di diffondersi per via aerea e che la semplice apertura delle finestre non fosse una misura sufficiente a prevenire tale forma di propagazione non sono stati argomenti centrali nel dibattito pubblico, forse per evitare allarmismi, inasprimenti del protocollo e misure economicamente dispendiose. Ed è tuttavia un fatto, ufficializzato dall’OMS: “Covid is airborne”, il virus è trasmissibile per via aerea. Le minuscole particelle di aerosol che lo contengono rimangono sospese nell’aria mentre le più grandi, le “droplet”, si depositano sulle superfici. Il DPCM 7/22 si esprime sui sistemi di sanificazione degli ambienti chiusi che, in aggiunta alle norme igieniche consolidate, possano essere utilizzati all’interno delle aule scolastiche e degli spazi condivisi.

Il testo delinea le tappe dell’iter attivabile dal dirigente scolastico per l’acquisizione degli strumenti selezionati, percorso che passerà per la convocazione degli enti sanitari preposti , l’ottenimento da parte loro di un parere informato sulla base di un monitoraggio della qualità dell’aria e infine una valutazione. A tali autorità spetterà individuare le soluzioni per il caso specifico sulla base delle linee guida definite dal decreto.

Scuole: quali dispositivi per l’igiene dell’aria

Il decreto sottolinea come un dispositivo per la sanificazione  possa essere sostituito dalla messa in atto della ventilazione naturale, secondo procedure che permettano il generarsi del “flusso incrociato”. Per esempio la simultanea apertura di porte e finestre, da effettuarsi per pochi minuti a ogni cambio d’ora, garantisce, secondo le rilevazioni citate dal DPCM, un sufficiente ricambio d’aria. Viceversa, i dispositivi per la sanificazione dell’aria svolgono compiti non eseguibili manualmente. Aumentano la protezione dal contagio, e se abbinate (come severamente prescritto dal DPCM) alle altre misure di sicurezza già implementate, si limitano a ridurre tale rischio.